Questa è la frase con cui sono cresciuta... frase ricorrente tutti gli anni nella notte tra l' 01 novembre (festa di ognissanti) ed il 02 novembre (commemorazione dei defunti).
I siciliani e palermitani soprattutto hanno già capito il perché... perché fa parte della nostra tradizione popolare festeggiare i "morti", ancor più del Natale (inteso come regalia ai bambini, non come festa in sé) perché quest'ultimo arriva dal nord Europa; non fa parte delle nostre radici.
Sembra un paradosso... come si possono festeggiare persone care che sono trapassate a miglior vita??
Si festeggiano andandoli a trovare; portando loro un fiore ma non con la solita tristezza che accompagna questo momento, bensì al contrario con tanta allegria; ci si veste a festa e si va a trascorrere una giornata con loro, insieme a tutta la famiglia con anche i bambini, proprio per abituarli che non bisogna temere i defunti, specie quando ci hanno appena portato dei doni; perché nonostante tutto ci continuano a voler bene, seppur "lontani".
I siciliani e palermitani soprattutto hanno già capito il perché... perché fa parte della nostra tradizione popolare festeggiare i "morti", ancor più del Natale (inteso come regalia ai bambini, non come festa in sé) perché quest'ultimo arriva dal nord Europa; non fa parte delle nostre radici.
Sembra un paradosso... come si possono festeggiare persone care che sono trapassate a miglior vita??
Si festeggiano andandoli a trovare; portando loro un fiore ma non con la solita tristezza che accompagna questo momento, bensì al contrario con tanta allegria; ci si veste a festa e si va a trascorrere una giornata con loro, insieme a tutta la famiglia con anche i bambini, proprio per abituarli che non bisogna temere i defunti, specie quando ci hanno appena portato dei doni; perché nonostante tutto ci continuano a voler bene, seppur "lontani".
Molte persone organizzano un vero e proprio pic nic quel giorno; mangiano anche lì ma questo si presuppone abbia motivazioni storiche... ripetere il "consulu siciliano" ovvero il pranzo che veniva offerto dai vicini per consolare chi aveva perso un caro e di sicuro non aveva nessuna voglia di mettersi ai fornelli.
I giorni che precedono il 2 novembre la città si trasforma in un piccolo suk arabo, colorato; chiassoso; dove tante bancarelle espongono giocattoli e capi di vestiario, per permettere ai genitori; ai nonni; agli zii di acquistare i doni che i bimbi riceveranno dai "defunti" la mattina, vicino "ù cannistru".
Tutto è vissuto come una festa ma c'è quella piccolissima frase: nascondete la grattugia... altrimenti i morti vengono a grattugiarvi i piedi. Non nego che da bambina la paura c'era, poi cominciando a diventare grande ho capito il perché: una volta case più piccole d'adesso dove ognuno ha la sua stanza; pochi soldi sicuramente; quindi quella frase serviva ai genitori per mandare a letto i bambini presto e potersi pertanto liberamente muovere per organizzare la presa del regalo dal posto dove era stato nascosto e la preparazione "du cannistru".
Cos'é ù cannistru???
E' un cesto di vimini più o meno grande, dipende anche dalla disponibilità economica di ciascuna famiglia, pieno di leccornie dolciarie di vario tipo: l'immancabile frutta martorana; biscotti; caramelle; cioccolatini; frutta secca (castagne; nocciole; mandorle; noci; etc) con a troneggiare al centro "à pupaccena"; ovvero un pupazzo di zucchero colorato, cavo all'interno che una volta finiti i "morti" veniva anticamente usato, un po' alla volta per dolcificare thé; caffé; latte ed altre bevande calde affinché potessero scioglierlo.
I giorni che precedono il 2 novembre la città si trasforma in un piccolo suk arabo, colorato; chiassoso; dove tante bancarelle espongono giocattoli e capi di vestiario, per permettere ai genitori; ai nonni; agli zii di acquistare i doni che i bimbi riceveranno dai "defunti" la mattina, vicino "ù cannistru".
Tutto è vissuto come una festa ma c'è quella piccolissima frase: nascondete la grattugia... altrimenti i morti vengono a grattugiarvi i piedi. Non nego che da bambina la paura c'era, poi cominciando a diventare grande ho capito il perché: una volta case più piccole d'adesso dove ognuno ha la sua stanza; pochi soldi sicuramente; quindi quella frase serviva ai genitori per mandare a letto i bambini presto e potersi pertanto liberamente muovere per organizzare la presa del regalo dal posto dove era stato nascosto e la preparazione "du cannistru".
Cos'é ù cannistru???
E' un cesto di vimini più o meno grande, dipende anche dalla disponibilità economica di ciascuna famiglia, pieno di leccornie dolciarie di vario tipo: l'immancabile frutta martorana; biscotti; caramelle; cioccolatini; frutta secca (castagne; nocciole; mandorle; noci; etc) con a troneggiare al centro "à pupaccena"; ovvero un pupazzo di zucchero colorato, cavo all'interno che una volta finiti i "morti" veniva anticamente usato, un po' alla volta per dolcificare thé; caffé; latte ed altre bevande calde affinché potessero scioglierlo.
Queste pupaccene, prima erano talmente ben fatte che sembravano vere e proprie sculture di porcellana, tant'è che spesso ad una donna o bambina dalle belle fattezze e dalla splendida pelle come complimento si usava appunto dire:" Ma chi si nà pupaccena?" Oppure "Pari nà pupaccena"... le immagini raffiguranti erano per lo più personaggi dell'opera dei pupi (Orlando Furioso e company); popolani mentre svolgono le quotidiane operazioni come andare a riempire l'acqua al pozzo per esempio; personaggi fiabeschi (Biancaneve; Pinocchio; etc.)
Come sapete manco da un po' da Palermo ed ho smesso di festeggiare i morti da qualche "annetto" ma le ultime pupaccene viste non erano più belle come prima; purtroppo quando tutto viene massificato, perde smalto; ovvero la particolarità; l'originalità; la cura, l'attenzione e la dedizione con cui venivano fatte prima... Divagazione, sorry!
I giochi che i bimbi ricevevano erano soprattutto pistole; arco e frecce i maschietti; mentre bamboline; assi da stiro; tazzine di ceramica le bimbe... (adesso saranno sicuramente cellulari ultima generazione e giochi elettronici) giochi quindi che permettevano a più bambini di giocare insieme; scambiandosi i doni o prestandonseli a vicenda; con i propri cuginetti o con gli amichetti ma, tutto questo dopo l'immancabile visita ai "defunti".
Mentre i bimbi mangiavano la martorana ed i dolcetti del cannistru, gli adulti mangiavano la "muffuletta" o "vastedda". Un pane morbido, molto spugnoso con poca mollica; il classico panino usato per la milza "pani cà meusa" ma più largo e caldo, appena sfornato (infatti le mamme o i papà andavano a prenderli prestissimo al panificio) e poi li tenevano avvolti in coperte di lana per non far disperdere il calore; l'aroma ed il sapore, conditi in bianco ovvero solo con olio; sale; pepe; acciuga o in rosso quindi con aggiunta di pomodoro e cipolla; tanta cipolla che però per evitare che fosse indigesta, veniva cotta più e più volte, già dal giorno prima con continui ricambi d'acqua, affinché perdesse la sua acidità e quindi diventasse più digeribile.
Tutto questo fa parte dei miei ricordi, ma mi ha fatto piacere condividerli con voi, anche se sicuramente ho sbagliato molte parole dialettali (purtroppo non l'ho mai parlato, nemmeno quando ero giù); ho sbagliato qualche dettaglio ma dal mio ultimo festeggiamento è passato tanto tempo... sono giustificata spero; fermo restando che se ci sono altri siciliani/palermitani che vogliono correggermi, mi farebbe solo piacere.
Buona notte e mi raccomando: nascondete la grattugia :-)
Come sapete manco da un po' da Palermo ed ho smesso di festeggiare i morti da qualche "annetto" ma le ultime pupaccene viste non erano più belle come prima; purtroppo quando tutto viene massificato, perde smalto; ovvero la particolarità; l'originalità; la cura, l'attenzione e la dedizione con cui venivano fatte prima... Divagazione, sorry!
I giochi che i bimbi ricevevano erano soprattutto pistole; arco e frecce i maschietti; mentre bamboline; assi da stiro; tazzine di ceramica le bimbe... (adesso saranno sicuramente cellulari ultima generazione e giochi elettronici) giochi quindi che permettevano a più bambini di giocare insieme; scambiandosi i doni o prestandonseli a vicenda; con i propri cuginetti o con gli amichetti ma, tutto questo dopo l'immancabile visita ai "defunti".
Mentre i bimbi mangiavano la martorana ed i dolcetti del cannistru, gli adulti mangiavano la "muffuletta" o "vastedda". Un pane morbido, molto spugnoso con poca mollica; il classico panino usato per la milza "pani cà meusa" ma più largo e caldo, appena sfornato (infatti le mamme o i papà andavano a prenderli prestissimo al panificio) e poi li tenevano avvolti in coperte di lana per non far disperdere il calore; l'aroma ed il sapore, conditi in bianco ovvero solo con olio; sale; pepe; acciuga o in rosso quindi con aggiunta di pomodoro e cipolla; tanta cipolla che però per evitare che fosse indigesta, veniva cotta più e più volte, già dal giorno prima con continui ricambi d'acqua, affinché perdesse la sua acidità e quindi diventasse più digeribile.
Tutto questo fa parte dei miei ricordi, ma mi ha fatto piacere condividerli con voi, anche se sicuramente ho sbagliato molte parole dialettali (purtroppo non l'ho mai parlato, nemmeno quando ero giù); ho sbagliato qualche dettaglio ma dal mio ultimo festeggiamento è passato tanto tempo... sono giustificata spero; fermo restando che se ci sono altri siciliani/palermitani che vogliono correggermi, mi farebbe solo piacere.
Buona notte e mi raccomando: nascondete la grattugia :-)
Quanto mi piacciono le storie, quelle che rimandano a cose passate ma non vecchie!
RispondiEliminaBuona notte
Barbaraxx
Brava a ricordare le nostre tradizioni... e domani lo faccio leggere ai miei figli!
RispondiEliminaBaci
Che bello scoprire queste tradizioni, ho letto con moltissimo piacere la tua storia. Nella mia zona invece 1 e 2 novembre sono sempre state giornate particolarmente tristi ed ho solo il ricordo delle lunghe visite ai cimiteri ma in chiave decisamente più angosciante! Un abbraccio e buona giornata
RispondiEliminaDebora cara l'avevo letta questa tradizione,anche se non era dettagliata come la tua, ed ho sempre pensato che specialmente per un bambino è certamente più rassicurante vedere che gli adulti non temono "la miglior vita",anzi la festeggiano! Io ho sempre vissuto fin da piccola questi giorni di novembre come un evento tristissimo...mi sarebbe piaciuto essere nata in Sicilia!! Un bacione e grazie!!
RispondiEliminaciao debora. ho letto con piacere le tue parole, e non hai sbagliato nulla. oggi è la festa dei morti e da buona palermitana, ho preparato U cannistru. stamattina all'alba i miei bimbi si sono alzati e l'hanno trovato sul tavolo insieme ai loro giocattoli. e tutti conternti ora si divertono. ieri i nonni li hanno portati alla fiera dei morti e hanno comprato il palloncino. adoro festeggiare i morti e tramandare questa tradizione che fin da piccola ricordo. e si ricordo pure la grattuggia. ciao ciao
RispondiEliminache bello scoprire queste tradizioni!!! E che bel racconto! Grazie davvero!
RispondiEliminaChe belle tradizioni avete al Sud,
RispondiEliminaper noi il 2 novembre è un giorno
triste, si commemorano i defunti e
non c'è nessuna traccia di vitalità. E' molto più bello ricordarli come se fossero ancora quì con noi, presenti, se non con il corpo, con l'anima.
Baci.
Mi piace leggere le storie che scrivi, sai renderci partecipi dei
RispondiEliminatuoi pensieri e ricordi e, come in
questo caso, ci descrivi una tradizione tipica palermitana che
spero resista e non si perda. Un modo di sdrammatizzare ed esorcizzare un giorno altrimenti triste, ricordando comunque i cari
defunti.
Un abbraccio, Carmela.
Che belle tradizione e che bel modo
RispondiEliminadi raccontarle, sai veramente coinvolgere. Speriamo che queste
vecchie tradizioni si mantengano
vive anche con le nuove generazioni.
Un bacione.
Qui a CAtania purtroppo è tutto così commercializzato...come il NAtale...e un pèo' mi dispiace, noin sono siciliana, ma amo tanto le tradizioni e questo tuo post mi ha fatto capire tante cose....grazie!!!
RispondiEliminaHo visto due di questi "pupazzi" in una bellissima pasticceria che c'è qui vicino che esiste dal 1880 (ed è sempre della stessa famiglia) ...e me ne sono innamorata...ma glieli avevano regalati a loro volta persone che avevano degli stampi molto vecchi...e li tenevano solo in esposizione....ma che belli!!!Grazie ciao
Che cosa divertente la storia della
RispondiEliminagrattugia, mai sentita prima. Di sicuro al Sud e comunque in tutt'Italia, esistono delle tradizioni uniche, che sarebbe un peccato andassero perdute. Ben vengano i racconti come il tuo che
li tengono vivi !! ^__^
Un bacione !!
P.s. Per grande magnanimità del nostro capo oggi siamo ancora in ferie, quindi Marta è rimandata a domani.
Wow!Ora chiedero' anche a ko marito..essendo un sicilano doc!!!!!
RispondiEliminaun grosso abbraccio,de
Paese che vai usanze che trovi !!
RispondiEliminaCertamente avete un modo di festeggiare il 2 novembre meno triste e lugubre di noi, un modo che fà quasi sentire presenti persone che purtroppo non ci sono
più. Divertente il nascondere delle
grattugie ! ^__*
Bye bye !!
Ma che bella storia, strano che la mia amica Palermitana non me l'ha mai raccontata gliela devo ricordare io...vediamo un pò .
RispondiEliminaQui invece è una tristezza :(
Un bacione Anna
Grazie Deborah , un bacio ciao
RispondiEliminaDebby ho letto tutto d'un fiato... grazie di averlo condiviso infondendo brio e "allegria" atutti quanti ^_^
RispondiEliminaBuona giornata cara
@Barbara mi fa piacere ti sia piaciuta :-) Buon pomeriggio
RispondiElimina@Stefania il dna è siciliano quindi?! Grazie, byee
@Federica lieta che sia piaciuta anche a te :-) Buona settimana
@Ornella grazie a te per aver letto :-) IO sono nata in SICILIA ^-* ma tu vivi in Grecia, siamo pari no?! Baci
@Bravissima Antonella, sta a voi non far morire questa tradizione; grazie. Byee
@Grazie Giulia a te e benvenuta a "casa" mia :-)
@Concordo Mafalda, non è il ricordo dei cari a metter tristezza ma il "posto". Bacioni
@Grazie Carmela *-* e voi campani nulla?? Bacioni
@Mah Veronica, i tempi sono cambiati... già i giochi sono diversi e quindi nessun bambino vociante in strada, si vedrà :-( Baci baci
@EleFla grazie a te, per la pazienza di aver letto tutto questo papello :-) Capisco cosa vuoi dire; tutto perde di fascino se diventa solo un'operazione commerciale. Arrivederci ciao
@Una Hola per il tuo capo Melania, uffi anch'io!!! Grazie cara, baci
@Chissà se confermerà la versione Daisy tuo marito :-) Baci
@Eh sì Luca ed il bello è che la toglievamo noi bimbi di mezzo... non sia mai che gli adulti si dimenticassero di farlo :-) Grazie, ciao ciao
@Mi spiace Anna :-) grazie baci
@Grazie a te Stefania :-) Baci
@Grazie Letizia, lo scopo era farvi conoscere un aspetto della Sicilia ma se vi infuso buon'umore meglio :-) Baci cara
@Antonella
@Giulia (benvenuta)
@Mafalda
@Carmela
...Ma sai che sono di origini sicule ma questa non l'avevo mai sentita??? Domani interrogo la mia mamma e anche la mia nonna.....mi piacciono tutte queste storielle....notte...stefy
RispondiEliminap.s. Ho fatto la tua pasta...buonissima...domani sera scrivo la ricetta e la pubblico....bacioni
Anch'io da Catanese ho festeggiato la giornata dei morti facendo trovare i regali ai bimbi, a casa mia c'è l'usanza che devono trovarli loro perchè i morti li hanno nascosti, e anche il piatto con i dolci, rame di napoli, totò, ossa di morto, e biscotti con le mandorle.
RispondiEliminaE' due giorni che ricatto i miei figli che se non sono bravi telefono ai morti e non gli faccio portare i regali!;-))
Baci
@Che peccato Stefy, essere mezza siciliana e non averne mai sentito parlare :-(
RispondiEliminaOk grazie :-) bacioni
@Ecco una variante che non conoscevo Gloria... ma se ricatti i tuoi figli questi non possono mangiare la foglia e smettere di credere che i regali li portano i morti?! Baci e buona giornata
Che belle tradizioni avete in Sicilia, riuscite a far diventare un giorno altrimenti mesto, un giorno di festa per la famiglia.
RispondiEliminaSpero proprio che queste tradizioni resistano, sarebbe un peccato perderle.
Un bacione.
@Lo spero con te Marta :-) Baci
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